Benefici delle vaccinazioni in età adulta: per ogni euro investito si ha un vantaggio di 18 euro

Nello studio “L’impatto economico e fiscale della vaccinazione degli adulti in Italia” pubblicato dall’ALTEMS, viene analizzato l’impatto fiscale delle vaccinazioni su influenza, pneumococco ed herpes zoster, presentato il 21 dicembre 2017 al Ministero della Salute.

L’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Roma (ALTEMS) ha presentato uno studio effettuato con la metodica del “Modello di impatto fiscale”, il primo a livello nazionale che adotta l’approccio del “fiscal impact”.

Tramite questa metodica di analisi, lo studio evidenzia il vantaggio della vaccinazione derivante dal non essersi ammalato, una misura economica delle morbilità inclusi i disagi che la malattia comporta dal punto di vista lavorativo. Infatti, l’assenza dal lavoro per malattia genera, oltre che disagio personale per lo stato di salute, anche maggior consumo di risorse sanitarie (che vengono sottratte alla cura di patologie non prevenibili o stati emergenziali), la diminuzione del reddito prodotto (si pensi ad un lavoratore autonomo che è costretto ad assentarsi, o un lavoratore del pubblico impiego che non può erogare il proprio servizio, ma anche a chi si occupa del soggetto ammalato come familiari, parenti e amici del paziente), e la conseguenza verso la collettività per la riduzione del gettito fiscale che ne deriva. Quindi, dal punto di vista degli interventi sanitari attuabili, la vaccinazione protegge le fasce di popolazione più deboli di salute, e indirettamente fornisce un vantaggio economico verso sé stessi (senza flessione di reddito per malattia) e verso gli altri (minori risorse sottratte ad altri ambiti sanitari).

In particolare, per l’influenza, considerato l’effetto positivo della vaccinazione, si avrebbe il vantaggio di ridurre le giornate di assenza dal lavoro.

Come si evince dalla tabella, abbattendo il numero di infetti fino ad arrivare a 1,2 milioni, è possibile avere un incremento del gettito fiscale pari a circa 71 milioni e una riduzione delle perdite di produttività pari a 444 milioni.

Considerato il rapporto settimanale Influnet (sistema di sorveglianza nazionale sull’influenza) aggiornato al 9 gennaio 2018, che riporta un valore di 11,11 casi per mille assistiti nella 52° settimana, valore che caratterizza la fase di picco epidemico, è di tutta evidenza l’importanza della sopracitata analisi.

In epoca di ristrettezze economiche e tagli sanitari importanti, è evidente che la vaccinazione, mantenendo uno stato di assenza di malattia, consenta di preservare risorse sanitarie a vantaggio di altre patologie non prevenibili.




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