Proteggi te stesso e chi ami: Prevenzione anti-HPV

Per celebrare la World Immunization Week, VaccinarsinSardegna pubblica oggi il primo della serie di aggiornamenti sulle malattie prevenibili con vaccinazione. L’infezione da HPV è frequente nella popolazione: almeno l’80 per cento delle donne contrae una forma di HPV genitale nel corso della propria vita. Le strategie messe in atto per ridurre l’incidenza dell’infezione e le sue conseguenze prevedono la vaccinazione anti-HPV, tra il dodicesimo e tredicesimo anno di età, e la diagnosi precoce mediante screening della cervice uterina, mirata, quest’ultima, a prevenire lo sviluppo di lesioni cancerose. L’adesione a queste attività di prevenzione non è però ancora soddisfacente. Proteggi te stesso e chi ami è lo slogan che la campagna di comunicazione vaccinale della Regione Sardegna ha coniato per questa (antiHPV) e per le altre vaccinazioni dell’adolescenza (booster dTpa, antimeningococcica).

L’infezione da Papilloma Virus Umano (Hpv, Human Papilloma Virus) è una delle più frequenti infezioni trasmesse sessualmente, che coinvolge comunemente gli adolescenti e le donne più giovani dopo l’inizio dell’attività sessuale. Sebbene nella maggior parte dei casi sia transitoria e priva di sintomi evidenti, talvolta si manifesta attraverso lesioni benigne della cute e delle mucose.

In casi più rari, in cui il sistema immunitario non riesce a eliminare rapidamente il virus, l'Hpv può determinare l’insorgenza di forme tumorali quali il tumore della cervice uterina, oggi l’unica forma di neoplasia riconosciuta come totalmente riconducibile ad un’infezione.

Il virus Hpv è implicato inoltre nella patogenesi di altri tumori in sede genitale (vulva, vagina, ano, pene) ed extragenitale (cavità orale, faringe, laringe).

Nell’eventualità di infezione cronica, la lesione tumorale si sviluppa in genere nell’arco di 7-15 anni dal contagio. Le ripercussioni patologiche sono legate al tipo di ceppo virale infettante e ad alcune caratteristiche dell’ospite.

Finora sono stati identificati più di 180 tipi di Hpv, distinti e classificati in base al rischio di trasformazione neoplastica.

Dei 14 ceppi classificati ad alto rischio (16, 18, 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 56, 58, 59, 66, 68), due (HPV 16 e 18) si sono rivelati i principali responsabili dell’evoluzione tumorale dell’infezione, mentre tra i ceppi a basso rischio (6, 11, 40, 42, 43, 44, 54, 61, 70, 72, 81, CP6108), che provocano tipicamente lesioni genitali a minor rischio di trasformazione maligna, i sierotipi 6 e 11 sono da soli responsabili di circa il 90% delle verruche genitali.

Fra le caratteristiche dell’ospite associate allo sviluppo del cervico-carcinoma si annoverano:

  • Numero di partner sessuali;
  • Rapporti sessuali non protetti;
  • L'utilizzo a lungo termine (più di 5 anni) di contraccettivi orali;
  • Fumo di sigaretta;
  • Gravidanze multiple;
  • Condizioni d’immunodepressione, come nel caso di infezione da HIV;
  • Predisposizione genetica.

Nel tempo sono stati individuati diversi sistemi di prevenzione del cervicocarcinoma, dapprima di tipo secondario (programmi di screening) e di recente di tipo primario (vaccinazione). Il primo consisteva nel classico Pap-test di recente affiancato dal HPV-DNA Test. Il secondo consiste nella vaccinoprofilassi, anche questa evolutasi nel tempo a partire dalla sua prima introduzione sia come composizione dei vaccini che come strategia di vaccinazione.

La prevenzione del cervico carcinoma, di tipo secondario in quanto eseguita dopo un’avvenuta infezione, è condotta attraverso l’applicazione di programmi di screening che, in Italia hanno avuto inizio a partire dagli anni ’70, in modo non organizzato con il Pap-test. Dal 1996 la loro applicazione è regolata su base regionale e prevede inviti gratuiti ambulatoriali (tramite lettera inviata dalla propria ASL), ogni tre anni, alle donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni per effettuare l’esame citologico, il Pap-test. Si stima che, se eseguito a intervalli regolari (ogni 2-3 anni), il Pap-Test riduca il rischio di sviluppare tumore cervicale di circa il 70%.

I più recenti test molecolari, finalizzati alla ricerca del DNA degli HPV ad alto rischio, consentiranno di individuare le donne a maggior rischio di sviluppare una neoplasia cervicale con maggiore anticipo rispetto all’esame citologico, nonché, in caso di esito negativo, di ripetere lo screening con minore frequenza (ogni cinque anni), con notevole risparmio di risorse economiche e minor disagio da parte della popolazione. Per queste ragioni, come previsto dal Piano Nazionale di Prevenzione 2014-2018, in Italia, nei programmi di screening si dovrà passare, in maniera progressiva, dal Pap-test all’Hpv DNA test.

Anche nel territorio del Nord Sardegna, a partire dal mese di Marzo 2016, presso le sedi del Consultorio familiare dell’ATS Sardegna, ha preso avvio lo screening cervicale organizzato, mediante chiamata attiva delle utenti, con un algoritmo che, per il momento, prevede l’esecuzione dell’HPV DNA test nelle donne con citologia positiva per displasia cervicale. L’UOC di Anatomia Patologica dell’AOU di Sassari è stata individuata come laboratorio di riferimento per l’analisi citologica, che si avvale, per il test molecolare, della competenza del Laboratorio di Epidemiologia Molecolare afferente all’U.O.C. di Direzione Igiene e Controllo delle Infezioni Ospedaliere dell’AOU di Sassari. I risultati di queste analisi aiutano a meglio comprendere gli aspetti epidemiologici dell’infezione da HPV nel nostro territorio e oltre a dare un valido supporto al clinico per la terapia sono fondamentali per validare le misure di prevenzione primaria (vaccinazione) adottate.

La vaccinazione è invece l'unica misura efficace per prevenire l'infezione da HPV. Attualmente sono stati registrati tre tipi di vaccini commerciali: un vaccino bivalente che previene l’infezione sostenuta dai genotipi HPV 16 e 18; un vaccino quadrivalente che agisce nella prevenzione delle infezioni sostenuta dagli HPV 6, 11, 16 e 18; infine, il più recente, vaccino 9-valente, che protegge nei confronti di 9 genotipi (HPV 16, 18, 6, 11, 31, 31, 33, 45, 52, 58).

La vaccinazione è stata introdotta in Italia nel 2006 per le sole 12enni, ma in considerazione dei risultati di efficacia e sicurezza dei vaccini HPV, il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale PNV-2017-19 ha esteso la vaccinazione anti-HPV nel calendario vaccinale, rivolta a tutti gli adolescenti sia di sesso femminile che maschile, a partire dal dodicesimo anno di età. Peraltro, gli interventi di vaccinoprofilassi potrebbero rivelarsi assai utili anche per la prevenzione di altre lesioni neoplastiche in sede extra-cervicale.

Nonostante il rilevante impegno di risorse rese disponibili come Livello Essenziale di Assistenza per questa vaccinazione, il riscontro avuto nella popolazione non è stato però al livello di quanto auspicato dal PNV 2017-2019.

Come riportato nella figura, le coperture vaccinali sono infatti andate progressivamente calando nelle coorti delle femmine dal momento dell’introduzione della vaccinazione antiHPV (anno 2007 coorte 1997) fino ai dati consolidati più recenti (anno 2017 coorte 2005).
Coperture vaccinali antiHPV in Italia (femmine): coorti  1997 e 2005 a dicembre 2017 (https://www.epicentro.iss.it/vaccini/dati_Ita#hpv)
Coperture vaccinali antiHPV in Italia (femmine): coorti  1997 e 2005 a dicembre 2017 (https://www.epicentro.iss.it/vaccini/dati_Ita#hpv)
  • la copertura vaccinale media per HPV nelle ragazze è discreta se si confrontano i dati con altre nazioni europee, ma ben al di sotto della soglia ottimale prevista dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (95%).
  • anche a livello regionale, nessuna Regione/PP.AA. raggiunge il 95% in nessuna delle coorti prese in esame. Le coperture per le ragazze sono comprese in un range tra 35,7-79,9% per la coorte 2003, 35,4- 78,9% per la coorte 2004 e tra 30,5-75,5% per la coorte 2005.
  • la copertura vaccinale media per HPV nei ragazzi poi è molto lontana dagli obiettivi previsti dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019, anche fra i nostri giovani sardi.

Per questo motivo, la Regione Sardegna ha ritenuto necessario pianificare azioni di intervento strategiche e strutturate sull’analisi dei bisogni reali della popolazione e sulla conoscenza delle barriere alla vaccinazione soprattutto in un pubblico così difficile da raggiungere come quello degli adolescenti e dei giovani adulti verso il quale la vaccinazione anti-HPV è principalmente rivolta (grazie a una vaccinazione puntuale e consapevole, i ragazzi possono infatti interrompere all'origine la catena dell'infezione e prevenire l'insorgere di patologie gravissime e letali).

Fra le iniziative di promozione della vaccinazione ricordiamo la manifestazione al PalaSerradimigni in occasione del 4 Marzo 2019 per celebrare l’International HPV Awareness Day.


*a cura di Illari Sechi

PhD Scienze Biomediche - Curriculum in Sanità Pubblica UNISS

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