COVID-19, in Sardegna centinaia di provvedimenti per i Sanitari non vaccinati

Sono oltre 500 i provvedimenti verso i sanitari che non stanno rispettando l’obbligo di vaccinazione per la categoria professionale in Sardegna. Secondo le sanzioni previste per medici, infermieri e operatori socio-sanitari senza doppia dose scatta la sospensione dal servizio e dalla retribuzione.

Sono circa 500 le sospensioni dal servizio negli ospedali della Sardegna tra medici, infermieri e personale vario non ancora vaccinato. Gli operatori sospesi sono dipendenti dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Sassari, dell'Azienda Tutela Salute della Sardegna e dell’Azienda Ospedaliera Brotzu di Cagliari. Gli iscritti agli Ordini professionali sono sospesi con effetto immediato dall'incarico e dallo stipendio fino al 31 Dicembre del corrente anno, con conseguente segnalazione alle commissioni disciplinari. I provvedimenti adottati saranno immediatamente revocati non appena i dipendenti provvederanno alla vaccinazione con il ciclo completo.

Le sospensioni per gli inadempienti non riguardano solo il personale sanitario della Sardegna, ma anche quello operante in Veneto, Umbria, Liguria e Lombardia. Come nel resto d’Italia anche nella nostra isola, i “profili” dei sanitari non vaccinati ricoprono diverse posizioni: dai no-vax convinti ai non vaccinati per problemi di salute o altri motivi. In molti hanno presentato la documentazione per giustificare la mancata vaccinazione, come richiesto dai Dipartimenti di Prevenzione e a tal riguardo apposite commissioni stanno esaminando le certificazioni sanitarie presentate per le esenzioni.

In questo contesto, occorrerebbe pertanto fare una riflessione in merito alla scarsa compliance di molti colleghi sanitari nei confronti della vaccinazione anti-COVID-19 e sul fenomeno della Vaccine Hesitancy, che osserviamo diffusa anche in ambito ospedaliero. La vaccinazione universale antiCovid-19 rappresenta, infatti, un’occasione straordinaria per valutare il fenomeno nelle sue diverse sfaccettature. Nonostante il costante lavoro e il proattivo impegno che tutta la Sanità Pubblica regionale spende nelle attività di sensibilizzazione, formazione, informazione e offerta attiva delle vaccinazioni, nonostante la pressione sanitaria, sociale, psicologica ed economica che ha provato e tutt’ora prova il sistema sanitario e la popolazione tutta, e nonostante l’evidenza dell’efficacia vaccinale (oltre il 96% di protezione per gli eventi gravissimi e letali e la riduzione di 7 volte di essere ricoverato: dati Istituto Superiore di Sanità all’8 agosto 2021) per la quale vediamo in questi giorni popolarsi i reparti e le rianimazioni di pazienti non vaccinati, alcuni colleghi rifiutano l’unico strumento che ha salvato, salva e continuerà a salvare milioni di vite in tutto il mondo: il vaccino.

In questo contesto, l’evidente alterata percezione del rischio sanitario da parte degli operatori, non solo manifesta l’incoscienza di azioni sconsiderate e delle ripercussioni che queste hanno verso sé stessi e la propria salute, ma ha un impatto significativo anche sulle decisioni della popolazione; una discrepanza tra pericolo reale e rischio percepito, infatti, può portare a comportamenti inappropriati e non conformi alle misure di sanità pubblica raccomandate. La mancata unità nei comportamenti e nelle azioni da parte del personale sanitario rappresenta un modello di riferimento negativo nei confronti di coorti sensibili di popolazione, infatti, può determinare oltre che una minor consapevolezza sull’importanza della vaccinazione anche una riduzione del rischio percepito.

A ciò si deve aggiungere anche il fatto che nonostante le diverse iniziative promosse a livello nazionale ed internazionale per diffondere l’importanza e l’indispensabilità della vaccinazione di massa, la diffusione delle informazioni distorte sui media influisce negativamente anche sui corretti comportamenti che devono essere adottati per supportare la campagna vaccinale nella lotta contro COVID-19.

In questo momento la sanità sarda dovrà fare a meno di oltre 500 unità di personale sanitario sospese dal servizio e in una situazione così delicata come quella che la Regione sta affrontando in questi mesi estivi in cui i contagi stanno gradualmente aumentando ogni giorno, il problema diventa ancor più serio e preoccupante data la carenza di personale. Ma per il bene dell’assistenza sanitaria, dei pazienti e della collettività non era evidentemente possibile fare altrimenti. Ci auguriamo che questi colleghi riflettano ed approfondiscano le proprie conoscenze attingendo a fonti di dati autorevoli allontanandosi dalle fake divulgate attraverso i social media. Il provvedimento di sospensione è infatti per sua natura temporaneo, non lascia stigmate e siamo pronti ad accoglierli a braccia aperte per vaccinarli. Pur rappresentando una piccolissima proporzione del personale sanitario regionale sono professionisti essenziali per il nostro servizio sanitario.

Tutto questo fa comprendere quanto complesso sia il fenomeno della Vaccine Hesitancy, come questo non dipenda solo dalla formazione delle persone o dalla loro estrazione, motivo per il quale anche il mondo sanitario non ne è indenne, e quanto sia necessaria un’azione continua di corretta comunicazione per poter incidere sui suoi determinanti di Complacency, Confidence e Convenience.

Invitando tutti gli utenti a rimanere collegati al nostro sito per non perdere i prossimi aggiornamenti, e nella speranza che tutti i colleghi sanitari al più presto completino il ciclo vaccinale, si ricorda a tutta la popolazione che, laddove si avesse necessità di qualunque informazione o chiarimento, il servizio di consulenza virtuale su Vaccinarsinsardegna.org è costantemente disponibile alla Sezione “Contattaci” al quale è possibile accedere attraverso il link https://www.vaccinarsinsardegna.org/it/ contattaci.

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