Un “nuovo” vaccino contro l’Herpes Zoster.

Il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2023-2025 ribadisce l’importanza della vaccinazione contro l’Herpes Zoster negli adulti quale mezzo efficace e sicuro al fine di prevenire la malattia e le sue temibili complicanze (in particolare, la nevralgia post-erpetica). Il Piano sottolinea l’importanza del nuovo vaccino ricombinante adiuvato, il quale ha permesso di estendere l’offerta vaccinale anche ai soggetti fragili e immunodepressi. Nel calendario vaccinale continua a essere consigliata la vaccinazione per tutti gli adulti a partire dai 65 anni d’età, ma grazie al nuovo vaccino, la vaccinazione è stata estesa anche ai soggetti di età inferiore (a partire dai 18 anni), qualora fossero esposti a un rischio maggiore di sviluppare la malattia. Inoltre viene raccomandato l’uso del vaccino ricombinante per proteggere soggetti con immunodeficienza congenita/acquisita o destinati a terapia immunosoppressiva, con insufficienza renale cronica e in dialisi, con recidive o con forme particolarmente gravi di Herpes Zoster.

L’Herpes Zoster (HZ) è una malattia virale acuta causata dalla riattivazione di un’infezione latente dal Virus Varicella-Zoster (HZV), appartenente alla famiglia delle Herpesviridae, genere Varicellovirus.

L’infezione da HZV può esitare in due malattie clinicamente distinte:

  1. La Varicella: causata da una infezione primaria che si verifica solitamente durante l’infanzia con presenza di rash cutaneo eritematoso-vescicolare diffuso su tutto il corpo (in particolare su viso e tronco) e associato ad intenso prurito e febbre;
  2. L’Herpes Zoster, comunemente noto come fuoco di Sant’Antonio: causato dalla riattivazione del virus latente, si manifesta negli adulti che avevano precedentemente contratto l’infezione primaria.

Le manifestazioni cliniche legate ad HZ sono caratterizzate dalla comparsa di rash cutaneo e dalla presenza di dolore neuropatico; inoltre, una percentuale più bassa di pazienti (si stima circa il 20%), insieme alle manifestazioni cutanee sviluppa sintomi sistemici più gravi come febbre, astenia o cefalea.

Le lesioni cutanee sono simili a quelle che si ritrovano nelle infezioni primarie, ossia “lesioni a grappolo” eritematose con formazione di vescicole che, solitamente, tendono a comparire in corrispondenza di uno o due dermatomeri (aree cutanee ben circoscritte, innervate da specifici nervi spinali). Nei soggetti immunocompetenti queste lesioni tendono a diventare crostose nell’arco di 7-10 giorni (da questo momento le lesioni non sono più in grado di trasmettere l’infezione).

La comparsa di dolore neuropatico, solitamente descritto come una sensazione profonda di “bruciore”, “pulsante” o “trafitto da aghi” può persistere per 30 giorni e per periodi anche superiori con l’aumentare dell’età.

Insieme al delicato quadro clinico che si accompagna alla malattia, anche le complicanze e le potenziali conseguenze a lungo termine meritano un breve approfondimento. Tra le complicanze di maggior rilievo, sia per la pericolosità, sia per il peggioramento della qualità di vita a cui si associano, si descrive:

  • la nevralgia post-erpetica (NPE),
  • la sindrome di Romsay-Hunt,
  • l’Herpes Zoster oftalmico (il quale può causare danni corneali permanenti fino anche alla perdita della vista),
  • encefaliti e meningiti asettiche,
  • la sindrome di Guillain-Barré,
  • sovra infezioni batteriche.

L’incidenza dell’HZ è simile in tutto il mondo e correla con l’età della popolazione: da 2-3/1000 persone l’anno fra 20 e 50 anni a 5/1000 nella sesta decade, 6-7/1000 nella settima-ottava decade di vita, con un picco nei soggetti di 75-79 anni. Tuttavia, oltre l’età, altri fattori possono favorire la riattivazione del virus con la conseguente comparsa della malattia. Sono considerati pazienti a rischio i soggetti immunocompromessi, coloro i quali abbiano subito trapianti d’organo, gli individui affetti da malattie autoimmuni (artrite reumatoide, IBD) e i soggetti che hanno contratto l’infezione dal virus dell’immunodeficienza umana (HIV).

Vaccinoprofilassi.

Considerata la gravità delle manifestazioni cliniche di questa malattia e le sue potenziali complicanze, la profilassi vaccinali si dimostra ancora una volta una potente arma a disposizione della Sanità Pubblica per prevenirne l’insorgenza e ridurre la possibilità di sviluppare conseguenze gravi o a lungo termine.

Il vaccino anti-Herpes-Zoster, offerto alla popolazione mondiale da quasi 20 anni (nel mondo ne sono state somministrate 15 milioni di dosi dal 2006) è stato reso disponibile in Italia nel 2013. Si trattava di un vaccino vivo attenuato, la cui offerta però, non poteva essere estesa a tutte le fasce della popolazione. Nel Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2017-2019 infatti, la vaccinazione anti-erpetica era raccomandata negli adulti di età superiore ai 64 anni.

Successivamente con la Circolare Ministeriale n. 8770, dell’8 marzo 2021 (allegato 1) veniva permessa la commercializzazione in Italia di un nuovo vaccino ricombinante adiuvato contro l’Herpes Zoster (RZV).

Attualmente sono dunque disponibili due formulazioni vaccinali:

  • un vaccino vivo attenuato, approvato dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) nel 2006 e disponibile in Italia dallo stesso anno.
  • un vaccino ricombinante, il cui uso in Italia è possibile dal 2021.

Il primo è prodotto in laboratorio a partire da agenti infettivi resi non patogeni attraverso ripetuti passaggi colturali in condizioni subottimali di crescita (altri esempi di vaccini preparati con la stessa modalità sono quelli per il morbillo, rosolia, parotite, febbre gialla e tubercolosi).

Il secondo invece è prodotto attraverso l’utilizzo della tecnologia a DNA ricombinante attraverso cui un frammento di DNA sintetizzato in laboratorio è in grado di indurre le cellule a sintetizzare la proteina codificata nel frammento di neosintesi verso cui si vuole indurre la risposta immunitaria.

Secondo il PNPV 2023-2025, in qualunque caso la vaccinazione è raccomandata agli adulti immunocompetenti a partire dai 65 anni e ai soggetti affetti da diabete mellito, patologia cardiovascolare (esclusa l’ipertensione isolata) previa valutazione del rischio, e soggetti affetti da asma bronchiale o BPCO. È inoltre raccomandata la vaccinazione esclusivamente con il vaccino ricombinante nei soggetti con immunodeficienza congenita/acquisita o destinati a terapia immunosoppressiva, soggetti affetti da insufficienza renale cronica ed in dialisi e soggetti con recidive o con forme particolarmente gravi di HZ.

È in ogni caso controindicato l’uso del vaccino in soggetti che abbiano in precedenza sviluppato reazioni allergiche gravi, come l’anafilassi, a qualsiasi delle componenti del vaccino. È auspicabile rimandare la vaccinazione se è in corso un’infezione acuta con febbre alta almeno fino alla avvenuta guarigione; ciononostante un’infezione minore, come ad esempio un raffreddore, non dovrebbe essere una controindicazione (me è comunque meglio valutare caso per caso con il proprio medico). Anche la presenza di disturbi della coagulazione, condizioni che predispongono sanguinamenti e la facile comparsa di lividi, sono meritevoli di una valutazione più approfondita.

Attualmente non è raccomandato l’uso del vaccino ricombinante nelle donne incinta, alle quali si suggerisce di attendere il termine della gravidanza prima di procedere alla vaccinazione. Inoltre non sono presenti al momento evidenze scientifiche per cui l’uso di vaccini ricombinanti possano rappresentare un rischio per le donne che allattano o per i loro infanti.

Secondo il calendario vaccinale, mentre il vaccino vivo attenuato richiede una unica somministrazione, il vaccino ricombinante si somministra in due dosi intervallate da un periodo di 2-6 mesi. La somministrazione del vaccino non presenta inoltre alcuna controindicazione alla concomitante inoculazione con altri vaccini, quali il vaccino antinfluenzale stagionale inattivato non adiuvato, il vaccino antipneumococcico polisaccaridico 23-valente o il vaccino difterico, tetanico e pertussico acellulare (dTpa) a contenuto antigenico ridotto.

Vaccinarsinsardegna.org, ribadendo l‘importanza di una adesione consapevole alla vaccinazione contro questa grave e debilitante malattia, riassume alcune delle raccomandazioni internazionali accolte e sostenute anche dal Calendario Vaccinale per la Vita stilato dal Gruppo Vaccini della Società Italiana di Igiene:

  1. L’uso del vaccino ricombinante rispetto a quello vivo attenuato è da considerarsi preferenziale per efficacia e durata della protezione;
  2. I soggetti adulti con storia di HZ possono ricevere il nuovo vaccino. Qualora però l’episodio dovesse essere ancora in corso, la vaccinazione dovrebbe essere ritardata fino alla risoluzione della fase acuta di malattia e fino alla risoluzione dei sintomi;
  3. I soggetti che erano stati in precedenza vaccinati con vaccino vivo attenuato possono in ogni caso ricevere il vaccino ricombinante, rispettando la stessa schedula vaccinale. Bisogna però tenere in considerazione l’età del paziente e il tempo trascorso dalla vaccinazione precedente. Studi clinici in merito hanno valutato come adeguata un’attesa di almeno 5 anni (intervalli più brevi non sono stati indagati).

In questa sede, si ricorda agli utenti che è possibile ricevere la vaccinazione presso gli ambulatori vaccinali distribuiti sul territorio regionale sardo previo appuntamento (preferibilmente via email). I contatti sono disponili sul nostro sito al link https://www.vaccinarsinsardegna.org/it/info-utili/.

Rimanete collegati per non perdere i prossimi aggiornamenti.


*A cura di Dr. Andrea Pischedda

Specializzando in Igiene e Medicina Preventiva – Università degli Studi di Sassari

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