Focolaio di morbillo nel Salento: l’allarme dei pediatri.

Ancora morbillo in Italia: protagonista del focolaio epidemico l’area del Salento italiano. Ad essere colpiti maggiormente sono gli adulti tra i 23 e i 43 anni, anche se alcuni casi hanno interessato perfino i neonati. Il fenomeno, registrato nel Nord Salento a partire da Capodanno, ha determinato il ricovero di una trentina di giovani, un operatore sanitario e quattro bambini, due dei quali di pochi mesi.

Il morbillo, a livello mondiale rimane una delle principali cause di morte nell’infanzia, responsabile solo nel 2018 di oltre 140.000 decessi, la maggior parte dei quali al di sotto dei 5 anni di età (si ricorda che la metà dei casi è stata registrata nella Repubblica Democratia del Congo, Liberia, Madagascar, Somalia e Ucraina, USA, Albania, Repubblica Ceca, Grecia e Regno Unito). Secondo le stime dell’OMS e del Center for Diseases Control and Prevention (CDC) per conto della Measles & Rubella Initiative, negli ultimi 10 anni, la copertura vaccinale per il morbillo è stata stagnante, creando condizioni favorevoli agli attuali focolai epidemici. Il Progress Toward Regional Measles Elimination - Worldwide, 2000-2017, rapporto pubblicato sul Morbidity and Mortality Weekly Report (MMWr) a novembre 2018, descrive il quadro dei progressi fatti verso l’eliminazione di questa patologia nelle Regioni OMS (https://www.cdc.gov/mmwr/volumes/67/wr/mm6747a6.htm): tra il 2010 e il 2017, oltre 21 milioni di bambini ogni anno, nel mondo, non hanno effettuato la prima dose del vaccino contro il morbillo per una stima totale di 169 milioni. Nel 2018, inoltre, solo l’86% dei bambini a livello globale ha ricevuto la prima dose di vaccino per il morbillo e poco meno del 70% ha ricevuto la seconda dose raccomandata; l’aumento del numero di bambini non immunizzati ha pertanto creato le condizioni ideali per le epidemie che si stanno attualmente diffondendo.

Tra le diverse macroaree geografiche, il continente europeo insieme al Nord America, rimane ancora quello maggiormente interessato con un numero dei casi registrati nel periodo compreso tra il 01.01.2016 al 31.03.2019 pari a 44.074 casi, un numero notevolmente più alto rispetto a quello dei casi registrati nel triennio precedente (26.382 nel 2012-2015). In Italia dal 01.01.2019 al 31.08.2019 i casi di morbillo sono stati 1.571 con oltre il 50% dei casi registrati in Lazio e Lombardia (si ricorda che il Lazio ha registrato l’incidenza più elevata con 128.7 casi per milione di abitanti, a fronte della media nazionale di 39 casi per milione).

Nelle prime settimane del nuovo anno, invece, ad essere interessata dal focolaio epidemico è la regione pugliese, con oltre 30 ricoveri in poco più di 20 giorni, tra i quali due bambini, due neonati e un operatore sanitario. La misura d’intervento decisa dalla ASL leccese per limitare i contagi ha visto protagonista l’implementazione di una campagna di vaccinazione target specifica, rivolta primariamente agli operatori sanitari e ai giovani adulti; i primi che saranno chiamati dai medici competenti ad aderire alla campagna vaccinale, ed secondi che saranno invitati dai propri medici curanti ad effettuale la vaccinazione. Si ricorda che la vaccinazione è fortemente raccomandata in particolare per le donne in età fertile. La crescente incidenza dei casi di morbillo alle nostre latitudini, conferma la valutazione epidemiologica dell’ECDC, secondo la quale laddove non si raggiungano gli adeguati livelli di copertura vaccinale fissata al 95% (ristabilendo una altrettanta adeguata immunità di gregge), rimarrà elevato il rischio di una persistente ed ampia circolazione del virus.

In questa sede, Vaccinarsinsardegna.org, ricorda agli utenti che in conseguenza del calo della adesione alle vaccinazioni, malattie come il morbillo hanno fatto la loro ricomparsa in Italia ed il Governo, supportato dal parere degli organi tecnici e delle Società scientifiche, è corso ai ripari introducendo, con la Legge 119/2017 (i cui approfondimenti sono disponibili sul nostro sito al link – I percorsi dell’obbligo vaccinale), l’obbligo per alcune vaccinazioni che erano “raccomandate”. In ultimo, si vuole ricordare che la vaccinazione antimorbillosa è senza dubbio sicura ed efficace e le possibili reazioni avverse sono principalmente transitorie e lievi, con rossore nel sito di iniezione nel 17-30% dei casi, artralgia temporanea 25% dei casi (dovuta al virus attenuato della rosolia contenuto nel vaccino), febbre 2-10% dei casi o un lieve esantema 5%. In merito il recente rapporto AIFA (in allegato al presente documento) evidenzia che l’80% delle segnalazioni insorte nel 2017 sono state classificate come “non gravi” (75% per i soli vaccini dell’obbligo) in linea con gli anni precedenti.

Le segnalazioni di sospette reazioni avverse considerate gravi sono state rare e nella maggior parte dei casi a carattere transitorio, con risoluzione completa dell’evento segnalato e non correlabili alla vaccinazione. Una singola dose di vaccino fornisce un’efficacia del 95% e sale al 98-99% alla seconda dose: il mantenimento di un alto livello di immunizzazione in ogni coorte permetterà nel tempo di ottenere l’eradicazione della patologia nel nostro Paese. Con questo obiettivo, il nuovo Piano Nazionale per l’Eliminazione del Morbillo e della Rosolia Congenita (PNEMoRC - in allegato) pone come target il raggiungimento, entro il 2023, di un’incidenza <1caso/1.000.000 popolazione, indicando nove azioni mirate per garantire le coperture vaccinali su gruppi a rischio o “difficili da raggiungere”, con un miglioramento delle segnalazioni, dell’indagine epidemiologica e della sorveglianza dei casi e focolai.

Viene ribadita inoltre l’importanza di migliorare la disponibilità di informazioni scientifiche da diffondere tra gli operatori sanitari e tra la popolazione e la necessità di garantire un servizio vaccinale accogliente nella consulenza e prontamente efficiente nell’erogazione del vaccino.

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