Il virus polio ritorna in UK e USA: vaccinazione e sorveglianza le armi vincenti per sconfiggere il virus

Alle soglie del trentaquattresimo anniversario della Global Polio Eradication Initiative (GPEI), gli allarmi degli ultimi giorni riportano alla memoria le paure del passato: la poliomielite è ancora presente. Infatti, seppur dichiarato eradicato in Gran Bretagna nel lontano 2003, il virus polio è stato recentemente rilevato nelle acque reflue della capitale. Dopo Londra, il virus è stato rilevato anche a New York. Le autorità sanitarie chiedono quindi alle persone non immunizzate di provvedere quanto prima alla vaccinazione.

Per anni, nel mondo, sono state implementate numerose essenziali iniziative volte ad aumentare la consapevolezza sull'importanza di spegnere eventuali focolai di poliomielite, sensibilizzando le istituzioni e la popolazione su una malattia troppo spesso dimenticata. Tuttavia, nonostante anche la Regione Africana sia stata certificata libera dal poliovirus selvaggio nel 2020, la poliomielite è, purtroppo, ancora una triste realtà che continua a mietere numerose vittime sia in termini di invalidità che in termini di mortalità.

La poliomielite, infatti, è una grave malattia infettiva a carico del sistema nervoso centrale che colpisce soprattutto i neuroni motori del midollo spinale. La malattia si manifesta a seguito dell’infezione da virus polio (tipo 1, 2 e 3), che infetta solo il genere umano. Il contagio avviene per via feco-orale, attraverso l’ingestione di acqua o cibi contaminati, o attraverso la saliva e le goccioline emesse con i colpi di tosse e gli starnuti da soggetti ammalati o portatori asintomatici. La malattia colpisce soprattutto i bambini sotto i cinque anni di età inducendo una paralisi che, nei casi più gravi, può avere esito letale.

Nonostante gli enormi progressi della medicina in ambito vaccinale, di cui oggi più che mai siamo testimoni grazie alla vaccinazione anti-SARS-Cov-2, che ha permesso il contenimento della Pandemia COVID-19, la ricomparsa della poliomielite nei Paesi polio-free non solo continua a rimanere un evento possibile fintanto che ci saranno zone del mondo in cui la malattia è presente e diffusa, ma, dati i recenti accadimenti, anche un evento tangibile e reale.

Dapprima, nel Febbraio 2022, trascorsi appena due anni dalla dichiarata eradicazione della poliomielite nella regione Africana (dopo che Camerun e Nigeria, gli ultimi Paesi in cui erano stati individuati dei casi, non registravano da oltre tre anni episodi di poliomielite) le autorità sanitarie del Malawi hanno accertato il caso di una bambina di 3 anni infettata dal poliovirus selvaggio e rimasta paralizzata (secondo quanto riferito dall'OMS, il ceppo del virus identificato nella minore è il tipo 1 - WPV1).

Successivamente il focolaio di polio in Ucraina (iniziato nel 2021) tutt'ora in corso nel Paese e il caso in Israele, registrato a Marzo, il primo dal lontano 1989.

Appena qualche mese fa il virus polio è stato rilevato in un impianto di trattamento delle acque reflue di Beckton, a Londra, e, dopo la capitale britannica, anche a New York cresce la preoccupazione per centinaia o addirittura migliaia di possibili casi di polio non diagnosticati. É stata una funzionaria sanitaria a lanciare questo allarme dopo che il mese scorso un uomo non vaccinato è rimasto paralizzato a causa del virus nella contea di Rockland, motivo per il quale, le autorità sanitarie di New York invitano la popolazione non immunizzata a vaccinarsi nel breve periodo.

A tutti i bambini di età compresa tra uno e nove anni che vivono a Londra (circa un milione), verrà offerto il richiamo del vaccino antipolio mentre nella “Grande mela” sono già iniziate le campagne di vaccinazione rivolte a tutti i soggetti non vaccinati e a chi non ha ancora completato il ciclo di vaccinazione primaria e/o di richiamo.

Non esistendo farmaci in grado di curare questa malattia, l'unica possibilità di difesa è rappresentata dalla prevenzione vaccinale ed in proposito è doveroso ricordare che grazie alle campagne di vaccinazione di massa i casi di poliomielite dal 1988 ad oggi sono diminuiti del 99,9%. In questo biennio pandemico, tuttavia, il blocco imposto dall’emergenza sanitaria COVID-19 nell’era pre-vaccinale e le persistenti barriere etniche e religiose proprio nei Paesi dove persistevano focolai di polio, hanno impedito di raggiungere ogni bambino con i vaccini antipolio, contribuendo così ad un nuovo aumento dei casi di malattia. Solo nel 2020, infatti, sono stati registrati 1226 casi di tutte le forme di poliomielite rispetto ai soli 138 del 2018.

Quanto detto, sommato alla scarsa consapevolezza e al dilagante fenomeno della Vaccine Hesitancy ha ostacolato il progresso dell'eradicazione della polio soprattutto nei due Paesi con il maggior numero di casi di poliovirus selvaggi segnalati: Pakistan e Afghanistan.

Entrambi i Paesi, infatti, hanno registrato un picco di casi durante il 2020 dopo che la vaccinazione anti-poliomielite è stata sospesa per dare spazio alla campagna di vaccinazione anti-COVID-19 e proteggere le comunità dalle gravi incombenze della Pandemia.

Dopo i recenti accadimenti, anche l’Italia si prepara a intensificare le attività di sorveglianza al fine di identificare eventuali casi di poliomielite dovuta a poliovirus selvaggio

Infatti, se il principio cardine dell’eradicazione della poliomielite è il mantenimento di elevate coperture vaccinali anti-polio, la garanzia del mantenimento dello stato polio-free è certificato dalle Sorveglianze. Attualmente, nel nostro Paese sono attive la Sorveglianza delle Paralisi Flaccide Acute (PFA) e la Sorveglianza della Circolazione dei Poliovirus nell’Ambiente.

La prima viene effettuata attraverso una rete di referenti regionali, che mantengono un contatto periodico con i maggiori Centri Ospedalieri, al fine di individuare ogni caso di PFA dovuto a qualunque eziologia, in soggetti ospedalizzati di età inferiore a 15 anni e ogni caso di sospetta poliomielite in persone di tutte le età. Al verificarsi di un caso di PFA, il Centro Ospedaliero interessato, oltre ad effettuare le indagini clinico-diagnostiche di routine, predispone il prelievo di campioni biologici da inviare al Laboratorio Nazionale di riferimento (LN) presso l’ISS o al Laboratorio Sub-Nazionale (LSN) Regionale ove presente, ed è tenuto ad avvertire il Centro di Riferimento Regionale. Inoltre, il caso deve essere contemporaneamente segnalato al Ministero della Salute e all’ISS.

Dal 2005, in accordo con le linee guida dell’OMS, viene effettuata a cura dell’ISS anche la Sorveglianza della Circolazione dei Poliovirus nell’Ambiente mediante il monitoraggio delle acque reflue in ingresso ai depuratori.

Il Piano strategico 2022-2026, soprattutto nel delicato contesto attuale sottolinea l'urgenza di rimettere nuovamente al primo posto gli sforzi per l'eradicazione della polio proponendo una serie completa di programmi strategici implementati a tal fine tra cui: i) immunizzazione di routine e la costruzione di collaborazioni con le comunità ad alto rischio; ii) integrazione delle attività antipolio con i servizi sanitari essenziali; iii) l’implementazione di nuovi strumenti innovativi, come gli strumenti digitali offerti agli operatori sanitari in prima linea, al fine di migliorare ulteriormente l'impatto e l'efficienza delle campagne contro la polio.

In questo contesto, Vaccinarsinsardegna.org richiama con ancor più fermezza alla adesione consapevole alle vaccinazioni ed ai richiami vaccinali programmati dal calendario vaccinale, nel cui contesto si inserisce ovviamente anche la vaccinazione antipolio. A tal proposito, si ricorda che la schedula del vaccino anti-polio per il nostro Paese prevede la somministrazione 3 dosi di vaccino antipolio inattivato (IPV) nel corso del primo anno di vita, con ulteriori due richiami al 6° e tra il 12° e 18° anno di vita.

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https://www.who.int/news/item/10-06-2021-countries-reaffirm-commitment-to-ending-polio-at-launch-of-new-eradication-strategy
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